cdpsettignano
Via San Romano 1 Firenze
IL MESE DELLE MEMORIE (per ricordare il presente )
Categories: CinemAnemico, eventi, General

CASA DEL POPOLO DI SETTIGNANO

il mese delle memorie 3

Anche quest’anno proponiamo una rassegna dedicata ai genocidi: noti e ignoti, più o meno vicini in termini temporali e geografici.

Il 2015, fra l’altro, segna il centenario del genocidio armeno, che in realtà coinvolse tutte le minoranze cristiane dell’impero ottomano. Non soltanto gli Armeni, quindi, ma anche gli Assiri e i Greci del Ponto.

Oggi questa tragedia, pur essendo ancora negata dal governo turco, è una realtà storica nota a tutti. Il suo riconoscimento dimostra che lo sforzo congiunto – informativo, accademico, politico – può cambiare le cose e radicare nella coscienza collettiva una tragedia ignota.

Sostanzialmente ignoto, al contrario, è il genocidio per fame (holodomor) pianificato da Stalin negli anni Trenta del secolo scorso. Un secolo che si è chiuso con due tragedie simultanee, quella bosniaca e quella ruandese.    

Sono ancora tanti i genocidi dimenticati, taciuti, negati. Purtroppo alcuni di loro hanno ben poche possibilità di uscire dall’ombra in cui si trovano.

Anche il cinema può contribuire a diradare questa coltre di oblio. Ecco perché la nostra rassegna prosegue animata da questo obiettivo

 

In collaborazione con:

ASS.IL CERCHIO

ASS. IL PONTE DI MICT

 ONLUS BENE RWANDA

 CENTRO DI DOCUMENTAZIONE SUI POPOLI MINACCIATI

CENTRO DOC.CARLO GIULIANI

 

 

Venerdì 9 GENNAIO 21.30

Nema Problema

un film di Giancarlo Bocchi, con  Zan Morolt, Labina Mitevska, Vincent Riotta, Fabrizio Rongione, drammatico, guerra, durata 85 min. – Italia, 2004

 

Lorenzi, un inviato di guerra, si avventura con Aldo Puhar, un traduttore locale, in un territorio conteso tra diverse fazioni in guerra per scoprire l’identità del “Comandante Jako”, ritenuto l’autore della sparizione di un intero convoglio di profughi.

Per necessità si aggregano due giovani, Maxime, inesperto giornalista pieno di ideali, e Sanja, ragazza del posto alla disperata ricerca dei parenti dispersi. Lorenzi, non riuscendo a raggiungere il suo scopo, pur di conservare immutata la sua fama d’ inviato si inventa storie e notizie, facendo indignare Maxime, al quale Sanja confiderà le sue verità celate. I quattro, riescono fortunosamente ad entrare a Vaku, una città assediata. Malgrado i pericoli e le vicissitudini vissute insieme, i quattro sono ormai irrimediabilmente divisi da incomprensioni e sospetti. Maxime scoprirà che le verità di Sanja non sono tali e gli hanno dato una fama immeritata ed effimera e Lorenzi, ormai vicino al suo obiettivo, il “Comandante Jako”, rimarrà vittima delle sue stesse manipolazioni della verità.

“…Merito del regista quello di essere riuscito a riaprire la riflessione su tematiche centrali in questi sciagurati anni di guerre, a partire da quella del rapporto tra informazione e conflitto che, ovviamente, non si esaurisce con i Balcani..”
“ Osservatorio dei Balcani”

 

Sabato 10 GENNAIO

21.00

 Presentazione a cura di Giancarlo Bocchi, regista

21.30

 L’assedio- I mille giorni di Sarajevo

un film di Giancarlo Bocchi, documentario, storico, durata 50 min. – Italia, 2012

 

Il film – unico documentario realizzato interamente sulla prima linea durante i 4 anni dell’assedio – racconta la storia di 3 abitanti di Sarajevo, 3 persone che lottarono come spiega Bocchi “per non diventare impiegati della guerra”. Alija, ex funzionario televisivo, Graca un grafico di un giornale, Hidajet un ex manager di una grande azienda di Stato. Tre persone normali trasformate in soldati, ogni giorno in trincea, in prima linea, dove è stato anche lo stesso Bocchi, tra i pochissimi occidentali a vivere l’esperienza di filmare nelle trincee: “Ho passato diversi giorni in prima linea, non è come nei film americani. Si aspetta sempre la morte, circondati da un  silenzio terribile. A circa un km c’erano un centinaio di cannoni serbi.  Potevano annientare quelle modeste difese in 5 minuti. In trincea cambia il rapporto col tempo. Un minuto può durare come un giorno, così sempre in bilico tra la vita e la morte. Il Novecento è davvero stato un secolo di trincee, quelle dell’assedio di Sarajevo erano come quelle della Prima guerra mondiale. Passato e presente erano la stessa cosa. Eravamo quasi alla fine del secolo, ma sembrava di essere ancora nel 1914 ”.

 

Venerdì 16 GENNAIO

21.30

Sayat Nova

(Il colore del melograno)

un film di Sergei Parajanov, con Sofiko Chiaureli, Melkon Alekyan, Vilen Galstyan, drammatico, durata 79 min. – Unione Sovietica 1968

 

Sayat Nova, vissuto nel XVII secolo durante il Rinascimento armeno, trascorre gran parte della sua esistenza a Tiflis, antico nome dell’odierna Tbilisi come trovatore di corte. Il poeta si innamora della regina della Georgia. È consapevole dei rischi che corre e si convince a intraprendere la via della reclusione spirituale in un convento. Ma il film non ha una trama vera e propria: procede per allusioni, simboli e assonanze visive, attingendo spesso al folclore e alla storia armene. Fortemente suggestivo, con immagini indimenticabili, il film ebbe gravi problemi con la censura sovietica (Paradzanov, peraltro, fu anche lungamente incarcerato sotto l’accusa di omosessualità e di traffico di icone).

22.50

Vospominanya o Sayat Nova

(Reminescenze su Sayat Nova)

di Levon Grigoryan, durata 30 min.- Armenia, Italia, 2006

 

Questo documentario propone mezz’ora di immagini inedite, ritrovate in archivio e ritenute perse per molti anni, del film Il colore del melograno del regista armeno Sergej Paradžanov.Vospominanya o Sayat Nova è il titolo inizialmente previsto per il film e che Paradžanov avrebbe voluto dargli.

 

 

Sabato 17 GENNAIO

21.00

Presentazione a cura di Chiara Zappa, giornalista

21.30

Mayrig

un film di Henri Verneuil, con Claudia Cardinale, Omar Sharif, Nathalie Rousse, drammatico, durata 157 min. – Francia, 1991

 

Armenia. 1914. Cronistoria del genocidio che distrugge la popolazione. Storia di combattenti e vittime. Di sangue ed onore. Di religione e crudeltà. L’orrore e la speranza di un popolo, visto attraverso gli occhi della splendida Mayrig.

Il film è autobiografico. È stato girato a Marsiglia in Francia e in Armenia. Racconta l’odissea della famiglia del regista, durante le persecuzioni.

 

Venerdì 23 GENNAIO 21.30

Tini zabutykh predkiv

(Le ombre degli avi dimenticati)

un film di Sergei Parajanov, con   Ivan Mykolaichuk, Larisa Kadochnikova, Tatyana Bestayeva, drammatico, durata 97 min. – Unione Sovietica, 1965

La realizzazione del film avviene in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore ucraino Michael Mikhailovich Kocjubinskij. Tratto da un suo romanzo omonimo, Le ombre degli avi dimenticati narra l’amore impossibile tra Ivan e Marichka in una comunità dei Carpazi, separati, come in un dramma scespiriano, a causa delle loro famiglie avverse. La morte prematura di lei, e il matrimonio forzato di Ivan con Palagna non saranno però ostacoli per la coppia, che si riconcilierà nell’aldilà.

 

Sabato 24 GENNAIO

21.00

 Presentazione a cura di Francesca Lomastro (presidente dell’associazione il Ponte Mict) e Andrii Omelianiuk (Fondo Umanitario “Korda” di Kiev)

21.30

 Holodomor – la memoria negata

un documentario di Fabio Ferrando e Manuel Baldini, durata  78 min. – Italia, Ucraina, 2013

 

L’Associazione “Il Ponte-Mict” onlus di Caldogno, in collaborazione con l’Istituto per le ricerche di storia di Vicenza, ha realizzato un video dedicato alla “grande carestia” (Il termine Holodomor deriva dall’espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), che significa “infliggere la morte attraverso la fame”), voluta e organizzata dal regime di Stalin nel 1932-33, che in pochi mesi provocò la morte di circa 7 milioni di persone, prevalentemente contadini. Dopo 80 anni da quei terribili eventi, il film “Holodomor: la memoria negata”, vuole raccontare al mondo quello che fu uno dei più grandi e crudeli genocidi della storia, in memoria delle vittime innocenti e quale monito alle generazioni a venire.

 

Venerdì 30 GENNAIO 21.30

Munyurangabo

un film di Lee Isaac Chung, con Jeff Rutagengwa, Eric Ndorunkundiye, Jean Marie Vianney Nkurikiyinka , drammatico, durata 97 min. – Belgio, 2008

 

Ruanda 2006: la storia dell’amicizia tra due ragazzi Sangwa e Munyurangabo. Il genocidio è ormai lontano, ma i conti con il passato restano in sospeso e i due amici, uno hutu e l’altro tutsi, vogliono risolverli insieme. Prima passeranno a trovare i genitori di Sangwa nel villaggio hutu e poi continueranno verso il villaggio di Muniurangabo per cercare l’assassino dei suo genitori. La visita al villaggio di Sangwa, il confronto con il mondo degli adulti e la mentalità della campagne, metterà a dura prova la loro amicizia.

 

Sabato 31 GENNAIO

21.00

Presentazione a cura della onlus Bene Rwanda

21.30

Maibobo

(Ragazzo di strada)

un cortometraggio di Yves Montand Niyongabo, durata 30 min. –

Ruanda, 2010

Versione originale (Kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

Quindici anni dopo il genocidio in Ruanda, molti bambini rimasti orfani sono diventati maibobo (ragazzi di strada) e vivono a tutt’oggi ai margini della società. Dai racconti e dalle esperienze di questi ragazzi, nasce il film: un racconto commovente e crudo sulla loro difficile esistenza. Piedi scalzi e sacco sulle spalle con tutti i suoi averi, un ragazzo di strada dalla campagna si dirige verso la città in cerca di fortuna…

22.00

 Waramutseho! 

(Buongiorno!)

Un cortometraggio di Auguste Bernard Kouemo Yanghu,

durata 21 min. – Camerun, Francia, 2009

Versione originale (francese, kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

Kabera e Uwamungu, studenti ruandesi, convivono in un appartamento in Francia e condividono anche una grande passione per l’atletica. Quando scoppiano i disordini e comincia il barbaro genocidio, i due assistono attoniti alle immagini dei massacri alla televisione e realizzano di essere diventati due nemici: Kabera è hutu e Uwamungu è tutsi. Sono lontani, preoccupati per le sorti delle loro famiglie. Quando Kabera apprende dal padre che suo cugino ha partecipato allo sterminio della famiglia di Uwamungu si chiude in un profondo silenzio. Non sa come affrontare l’amico. Kabera si sente in colpa e Uwamungu si sente tradito. La loro amicizia è messa a dura prova eppure, nel loro quotidiano, sulla pista da corsa, tutto sembra così lontano…

22.30

Lyiza

Un cortometraggio di Marie-Clémentine Dusabejambo, durata 21 min. – Ruanda, 2011

Versione originale (kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

 

Tre storie che raccontano tre donne accomunate da un evento tragico che ha segnato in modo indelebile la storia del loro paese.

 

Siamo in Ruanda, l’eco del genocidio si ripercuote nella vita della piccola Lyiza, rimasta orfana dei genitori. Lyiza frequenta una scuola in cui una giovane insegnante si scontra con i colleghi ancorati ad un metodo di insegnamento classico. L’intento della giovane maestra è quello di spronare gli alunni ad affrontare i problemi e le paure esplicitandoli, rielaborando i ricordi ed il passato doloroso che hanno vissuto. Lyiza non può dimenticare il giorno in cui ha visto uccidere i propri genitori ed ha impresso nella mente il volto del carnefice. Un giorno a scuola riconosce l’assassino della sua famiglia in una fotografia che ritrae il padre di Rwema, suo compagno di classe, e lo dichiara pubblicamente creando grande tensione. Ma l’armonia ritorna con l’intervento dell’insegnante che porta i ragazzi al museo del genocidio, nel luogo della memoria, e guida Lyiza verso il perdono. In occasione del rito collettivo della gacaca, il tribunale popolare istituito per avviare il processo di riconciliazione, la madre di Rwema, complice del marito, ammetterà le sue colpe chiedendo perdono a Lyiza.

 

 

INGRESSO GRATUITO SOCI

WWW.CINEMANEMICO.NET

CENAPERITIVO PER OGNI EVENTO

CINEMANEMICO@YAHOO.IT

Anche quest’anno proponiamo una rassegna dedicata ai genocidi: noti e ignoti, più o meno vicini in termini temporali e geografici.

Il 2015, fra l’altro, segna il centenario del genocidio armeno, che in realtà coinvolse tutte le minoranze cristiane dell’impero ottomano. Non soltanto gli Armeni, quindi, ma anche gli Assiri e i Greci del Ponto.

Oggi questa tragedia, pur essendo ancora negata dal governo turco, è una realtà storica nota a tutti. Il suo riconoscimento dimostra che lo sforzo congiunto – informativo, accademico, politico – può cambiare le cose e radicare nella coscienza collettiva una tragedia ignota.

Sostanzialmente ignoto, al contrario, è il genocidio per fame (holodomor) pianificato da Stalin negli anni Trenta del secolo scorso. Un secolo che si è chiuso con due tragedie simultanee, quella bosniaca e quella ruandese.    

Sono ancora tanti i genocidi dimenticati, taciuti, negati. Purtroppo alcuni di loro hanno ben poche possibilità di uscire dall’ombra in cui si trovano.

Anche il cinema può contribuire a diradare questa coltre di oblio. Ecco perché la nostra rassegna prosegue animata da questo obiettivo

 

In collaborazione con:

ASS.IL CERCHIO

ASS. IL PONTE DI MICT

 ONLUS BENE RWANDA

 CENTRO DI DOCUMENTAZIONE SUI POPOLI MINACCIATI

CENTRO DOC.CARLO GIULIANI

 

 

Venerdì 9 GENNAIO 21.30

Nema Problema

un film di Giancarlo Bocchi, con  Zan Morolt, Labina Mitevska, Vincent Riotta, Fabrizio Rongione, drammatico, guerra, durata 85 min. – Italia, 2004

 

Lorenzi, un inviato di guerra, si avventura con Aldo Puhar, un traduttore locale, in un territorio conteso tra diverse fazioni in guerra per scoprire l’identità del “Comandante Jako”, ritenuto l’autore della sparizione di un intero convoglio di profughi.

Per necessità si aggregano due giovani, Maxime, inesperto giornalista pieno di ideali, e Sanja, ragazza del posto alla disperata ricerca dei parenti dispersi. Lorenzi, non riuscendo a raggiungere il suo scopo, pur di conservare immutata la sua fama d’ inviato si inventa storie e notizie, facendo indignare Maxime, al quale Sanja confiderà le sue verità celate. I quattro, riescono fortunosamente ad entrare a Vaku, una città assediata. Malgrado i pericoli e le vicissitudini vissute insieme, i quattro sono ormai irrimediabilmente divisi da incomprensioni e sospetti. Maxime scoprirà che le verità di Sanja non sono tali e gli hanno dato una fama immeritata ed effimera e Lorenzi, ormai vicino al suo obiettivo, il “Comandante Jako”, rimarrà vittima delle sue stesse manipolazioni della verità.

“…Merito del regista quello di essere riuscito a riaprire la riflessione su tematiche centrali in questi sciagurati anni di guerre, a partire da quella del rapporto tra informazione e conflitto che, ovviamente, non si esaurisce con i Balcani..”
“ Osservatorio dei Balcani”

 

Sabato 10 GENNAIO

21.00

 Presentazione a cura di Giancarlo Bocchi, regista

21.30

 L’assedio- I mille giorni di Sarajevo

un film di Giancarlo Bocchi, documentario, storico, durata 50 min. – Italia, 2012

 

Il film – unico documentario realizzato interamente sulla prima linea durante i 4 anni dell’assedio – racconta la storia di 3 abitanti di Sarajevo, 3 persone che lottarono come spiega Bocchi “per non diventare impiegati della guerra”. Alija, ex funzionario televisivo, Graca un grafico di un giornale, Hidajet un ex manager di una grande azienda di Stato. Tre persone normali trasformate in soldati, ogni giorno in trincea, in prima linea, dove è stato anche lo stesso Bocchi, tra i pochissimi occidentali a vivere l’esperienza di filmare nelle trincee: “Ho passato diversi giorni in prima linea, non è come nei film americani. Si aspetta sempre la morte, circondati da un  silenzio terribile. A circa un km c’erano un centinaio di cannoni serbi.  Potevano annientare quelle modeste difese in 5 minuti. In trincea cambia il rapporto col tempo. Un minuto può durare come un giorno, così sempre in bilico tra la vita e la morte. Il Novecento è davvero stato un secolo di trincee, quelle dell’assedio di Sarajevo erano come quelle della Prima guerra mondiale. Passato e presente erano la stessa cosa. Eravamo quasi alla fine del secolo, ma sembrava di essere ancora nel 1914 ”.

 

Venerdì 16 GENNAIO

21.30

Sayat Nova

(Il colore del melograno)

un film di Sergei Parajanov, con Sofiko Chiaureli, Melkon Alekyan, Vilen Galstyan, drammatico, durata 79 min. – Unione Sovietica 1968

 

Sayat Nova, vissuto nel XVII secolo durante il Rinascimento armeno, trascorre gran parte della sua esistenza a Tiflis, antico nome dell’odierna Tbilisi come trovatore di corte. Il poeta si innamora della regina della Georgia. È consapevole dei rischi che corre e si convince a intraprendere la via della reclusione spirituale in un convento. Ma il film non ha una trama vera e propria: procede per allusioni, simboli e assonanze visive, attingendo spesso al folclore e alla storia armene. Fortemente suggestivo, con immagini indimenticabili, il film ebbe gravi problemi con la censura sovietica (Paradzanov, peraltro, fu anche lungamente incarcerato sotto l’accusa di omosessualità e di traffico di icone).

22.50

Vospominanya o Sayat Nova

(Reminescenze su Sayat Nova)

di Levon Grigoryan, durata 30 min.- Armenia, Italia, 2006

 

Questo documentario propone mezz’ora di immagini inedite, ritrovate in archivio e ritenute perse per molti anni, del film Il colore del melograno del regista armeno Sergej Paradžanov.Vospominanya o Sayat Nova è il titolo inizialmente previsto per il film e che Paradžanov avrebbe voluto dargli.

 

 

Sabato 17 GENNAIO

21.00

Presentazione a cura di Chiara Zappa, giornalista

21.30

Mayrig

un film di Henri Verneuil, con Claudia Cardinale, Omar Sharif, Nathalie Rousse, drammatico, durata 157 min. – Francia, 1991

 

Armenia. 1914. Cronistoria del genocidio che distrugge la popolazione. Storia di combattenti e vittime. Di sangue ed onore. Di religione e crudeltà. L’orrore e la speranza di un popolo, visto attraverso gli occhi della splendida Mayrig.

Il film è autobiografico. È stato girato a Marsiglia in Francia e in Armenia. Racconta l’odissea della famiglia del regista, durante le persecuzioni.

 

Venerdì 23 GENNAIO 21.30

Tini zabutykh predkiv

(Le ombre degli avi dimenticati)

un film di Sergei Parajanov, con   Ivan Mykolaichuk, Larisa Kadochnikova, Tatyana Bestayeva, drammatico, durata 97 min. – Unione Sovietica, 1965

La realizzazione del film avviene in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore ucraino Michael Mikhailovich Kocjubinskij. Tratto da un suo romanzo omonimo, Le ombre degli avi dimenticati narra l’amore impossibile tra Ivan e Marichka in una comunità dei Carpazi, separati, come in un dramma scespiriano, a causa delle loro famiglie avverse. La morte prematura di lei, e il matrimonio forzato di Ivan con Palagna non saranno però ostacoli per la coppia, che si riconcilierà nell’aldilà.

 

Sabato 24 GENNAIO

21.00

 Presentazione a cura di Francesca Lomastro (presidente dell’associazione il Ponte Mict) e Andrii Omelianiuk (Fondo Umanitario “Korda” di Kiev)

21.30

 Holodomor – la memoria negata

un documentario di Fabio Ferrando e Manuel Baldini, durata  78 min. – Italia, Ucraina, 2013

 

L’Associazione “Il Ponte-Mict” onlus di Caldogno, in collaborazione con l’Istituto per le ricerche di storia di Vicenza, ha realizzato un video dedicato alla “grande carestia” (Il termine Holodomor deriva dall’espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), che significa “infliggere la morte attraverso la fame”), voluta e organizzata dal regime di Stalin nel 1932-33, che in pochi mesi provocò la morte di circa 7 milioni di persone, prevalentemente contadini. Dopo 80 anni da quei terribili eventi, il film “Holodomor: la memoria negata”, vuole raccontare al mondo quello che fu uno dei più grandi e crudeli genocidi della storia, in memoria delle vittime innocenti e quale monito alle generazioni a venire.

 

Venerdì 30 GENNAIO 21.30

Munyurangabo

un film di Lee Isaac Chung, con Jeff Rutagengwa, Eric Ndorunkundiye, Jean Marie Vianney Nkurikiyinka , drammatico, durata 97 min. – Belgio, 2008

 

Ruanda 2006: la storia dell’amicizia tra due ragazzi Sangwa e Munyurangabo. Il genocidio è ormai lontano, ma i conti con il passato restano in sospeso e i due amici, uno hutu e l’altro tutsi, vogliono risolverli insieme. Prima passeranno a trovare i genitori di Sangwa nel villaggio hutu e poi continueranno verso il villaggio di Muniurangabo per cercare l’assassino dei suo genitori. La visita al villaggio di Sangwa, il confronto con il mondo degli adulti e la mentalità della campagne, metterà a dura prova la loro amicizia.

 

Sabato 31 GENNAIO

21.00

Presentazione a cura della onlus Bene Rwanda

21.30

Maibobo

(Ragazzo di strada)

un cortometraggio di Yves Montand Niyongabo, durata 30 min. –

Ruanda, 2010

Versione originale (Kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

Quindici anni dopo il genocidio in Ruanda, molti bambini rimasti orfani sono diventati maibobo (ragazzi di strada) e vivono a tutt’oggi ai margini della società. Dai racconti e dalle esperienze di questi ragazzi, nasce il film: un racconto commovente e crudo sulla loro difficile esistenza. Piedi scalzi e sacco sulle spalle con tutti i suoi averi, un ragazzo di strada dalla campagna si dirige verso la città in cerca di fortuna…

22.00

 Waramutseho! 

(Buongiorno!)

Un cortometraggio di Auguste Bernard Kouemo Yanghu,

durata 21 min. – Camerun, Francia, 2009

Versione originale (francese, kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

Kabera e Uwamungu, studenti ruandesi, convivono in un appartamento in Francia e condividono anche una grande passione per l’atletica. Quando scoppiano i disordini e comincia il barbaro genocidio, i due assistono attoniti alle immagini dei massacri alla televisione e realizzano di essere diventati due nemici: Kabera è hutu e Uwamungu è tutsi. Sono lontani, preoccupati per le sorti delle loro famiglie. Quando Kabera apprende dal padre che suo cugino ha partecipato allo sterminio della famiglia di Uwamungu si chiude in un profondo silenzio. Non sa come affrontare l’amico. Kabera si sente in colpa e Uwamungu si sente tradito. La loro amicizia è messa a dura prova eppure, nel loro quotidiano, sulla pista da corsa, tutto sembra così lontano…

22.30

Lyiza

Un cortometraggio di Marie-Clémentine Dusabejambo, durata 21 min. – Ruanda, 2011

Versione originale (kinyarwanda) con sottotitoli in italiano

 

Tre storie che raccontano tre donne accomunate da un evento tragico che ha segnato in modo indelebile la storia del loro paese.

 

Siamo in Ruanda, l’eco del genocidio si ripercuote nella vita della piccola Lyiza, rimasta orfana dei genitori. Lyiza frequenta una scuola in cui una giovane insegnante si scontra con i colleghi ancorati ad un metodo di insegnamento classico. L’intento della giovane maestra è quello di spronare gli alunni ad affrontare i problemi e le paure esplicitandoli, rielaborando i ricordi ed il passato doloroso che hanno vissuto. Lyiza non può dimenticare il giorno in cui ha visto uccidere i propri genitori ed ha impresso nella mente il volto del carnefice. Un giorno a scuola riconosce l’assassino della sua famiglia in una fotografia che ritrae il padre di Rwema, suo compagno di classe, e lo dichiara pubblicamente creando grande tensione. Ma l’armonia ritorna con l’intervento dell’insegnante che porta i ragazzi al museo del genocidio, nel luogo della memoria, e guida Lyiza verso il perdono. In occasione del rito collettivo della gacaca, il tribunale popolare istituito per avviare il processo di riconciliazione, la madre di Rwema, complice del marito, ammetterà le sue colpe chiedendo perdono a Lyiza.

 

 

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