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Quo vadis, Aida?
Categories: General

 

Un film di Jasmila Zbanic. Con Jasna Ðuricic, Izudin Bajrovic, Boris Ler, Dino Bajrovic, Boris Isakovic.  Bosnia-Herzegovina, Austria, Romania, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia, Norvegia, 2020. Genere Drammatico, durata 103 minuti.

 

“Tramandare e accettare la tragedia pur di poter ripartire.”

 

La regista

 

Jasmila Žbanić (Sarajevo, 19 dicembre 1974) è una regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica bosniaca conosciuta per Quo vadis, Aida? (2020), Il segreto di Esma (2006) e Il sentiero (2010).

 

Nata e cresciuta a Sarajevo, ha ricevuto un’educazione laica dai genitori bosgnacchi musulmani. Si è laureata presso l’Accademia di Arti Sceniche di Sarajevo.

 

Dal 1995 al 1997 ha vissuto negli Stati Uniti dove ha lavorato come burattinaia.

 

Dopo il suo ritorno in Bosnia ed Erzegovina, nel 1997, ha fondato il collettivo artistico Deblokada, attraverso il quale ha realizzato numerosi documentari, opere audiovisive e cortometraggi.

 

I film della Žbanić riguardano principalmente le persone della Bosnia ed Erzegovina, ma  usa il cinema anche per esplorare i problemi e le questioni relative alla propria vita. I personaggi dei suoi film spesso non sono necessariamente bianchi o neri, per meglio riflettere la complessità delle persone comuni, che «non saranno santi o eroi, ma possono essere deboli ed allo stesso tempo coraggiosi e tolleranti».

 

Nel 2017, la Žbanić è stata una degli intellettuali che hanno firmato la Dichiarazione sul Linguaggio Comune di croati, serbi, bosniaci e montenegrini, il cui obiettivo è la rinuncia ad una divisione linguistica che si pone a fondamento di divisioni di carattere politico, sociale e culturale. Un’iniziativa quindi che prende di mira il nazionalismo, che ha portato alla frammentazione non solo della cornice statale unica jugoslava ma anche della lingua che vi si parlava.

 

Il film

 

Srebenica, 11 luglio 1995: gli uomini del generale serbo Ratko Mladić, nell’indifferenza della comunità internazionale, uccisero 8.372 uomini e ragazzi.

 

Sappiamo del massacro, lo ricordiamo e leggiamo con sgomento quel numero che quantifica così tanti morti.

Ma, riusciamo ad andare oltre quel numero? Riusciamo a pensare che rappresenta 8.372 volti, 8372 vite? Riusciamo a immaginare i loro sentimenti? Le loro paure, le loro speranze?

Con questo film Jasmila Žbanić  ce li mostra. Con i primi piani, con i fermi immagine, con le riprese della folla ci fa conoscere quelle persone, ci fa immedesimare, ci fa entrare nelle loro vite, nei loro pensieri. E ci fa stringere il cuore quando li vediamo ammucchiati, mandati al massacro, inermi.

 

“Jasmila Žbanić: Volevo che le persone sentissero com’era, che si chiedessero: “Cosa farei io?”. Per identificarsi con Aida e andare dove va. Volevo che il pubblico fosse attivo, e con tragedie come l’Olocausto, la gente sa cosa è successo, quindi puoi entrare direttamente nella storia. Qui, al di fuori della nostra società, non sanno esattamente cosa è successo a Srebrenica – avevo bisogno che capissero chi è chi e qual è la premessa. Sì, le persone conoscono il risultato, ma questo film parla più di come è successo e di quali dilemmi può avere una madre in una situazione come questa.

 

(…) la Žbanić ci mostra ogni aspetto della guerra: la mancanza di comunicazione, la totale impotenza di quasi tutte le persone coinvolte nonostante le loro dichiarazioni e la consapevolezza che non c’è via d’uscita che colpisce all’improvviso come un sudore freddo. Il fatto che non parli di un passato remoto, ma di un evento del 1995 – che ha già descritto come “un enorme trauma per tutti i bosniaci” – lo rende ancora più terrificante, soprattutto se filtrato da tutte queste voci che chiedono “patriottismo” in questi giorni. È molto significativo che a Quo Vadis, Aida?, le persone che vengono armate siano quelle che conosci: gli ex studenti di Aida, il collega d’università di qualcuno. È assurdo e spaventoso e può succedere di nuovo.” (Cineuropa.org)

 

“Appassionante e trascinante senza furberie, il film interroga le nostre bugie e i nostri silenzi, non solo quelli serbi e bosniaci, ma anche quelli dell’opinione pubblica, della comunità internazionale.

 

È evidente il desiderio dell’autrice di ravvivare la memoria di quanto è accaduto e al contempo di evitare che accada di nuovo, visto il proliferare di populismi dai messaggi velenosi che pervadono le nostre società ormai da decenni. Per quanto dietro il voto a essi ci sia spesso un profondo malessere sociale, bisogna essere consapevoli che ogni qualvolta si consegna il voto a formazioni politiche che veicolano l’odio e la paura verso il diverso o verso l’altro, noi creiamo il potenziale affinché si producano prima o poi nuovi orrori, magari nella maniera e nel momento più inatteso, una circolarità insensata della storia che qui si vuole simbolicamente arrestare. A ricordarcelo, in questo film di volti, è il volto marcato, vissuto, di una donna, Aida. Un’interprete. Ma un’interprete di tutti noi.” (Internazionale.it)

 

 

Filmografia

  1. Made in Sarajevo (1998)
  2. Lost and Found (I) (2005)
  3. Il segreto di Esma (2006)
  4. Stories on Human Rights (2008)
  5. Il sentiero (2010)
  6. For Those Who Can Tell No Tales (2013)
  7. Balkan Spirit (2013)
  8. Love Island (2014)
  9. Cure: The Life of Another (2014)
  10. Jedan dan u Sarajevu (2014)
  11. Rus (2015)
  12. Dobra zena (2016)
  13. Muskarci ne placu (2017)
  14. Quo vadis, Aida? (2020)

 

Fonti:

https://www.imdb.com/

https://www.eastjournal.net/archives/82537

https://it.wikipedia.org/wiki/Jasmila_Žbanić

https://cineuropa.org/it/interview/395840/

https://cineuropa.org/it/newsdetail/392055/

https://www.internazionale.it/opinione/francesco-boille/2021/09/30/quo-vadis-aida-guerra-ex-jugoslavia-recensione

 

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