( Un viaggio attraverso il mondo, nei sentimenti, nella storia, nelle paure, nei miti )
Venerdì 7 febbraio 21.30
NUESTRO TIEMPO
Un film di Carlos Reygadas. Con Carlos Reygadas, Natalia López, Eleazar Reygadas, Rut Reygadas, Phil Burgers – Messico, 2018, durata 173 min. Spagnolo, inglese, sottotitolato in italiano.
A film about love and human fails
È con queste parole che il regista descrive il proprio film, delineandone la natura al contempo intima ed universale. La spensieratezza dell’infanzia e l’ingenua passionalità adolescenziale descritte splendidamente all’inizio del film lasciano il posto ad una lunga e sofferta seconda parte, fatta di sospetti, di gelosie, di riconciliazioni e di rassegnazioni.
Nuestro tiempo racconta la storia di una crisi sentimentale. Il «loro» tempo, nel film, è quello della coppia formata da Juan, un sentimentale poeta messicano di grande successo, e da sua moglie Esther, donna forte e indipendente che gestisce il loro ranch di tori da combattimento. I due protagonisti di Nuestro tiempo sono interpretati rispettivamente da Carlos Reygadas e dalla sua compagna Natalia López. (tratto da Specchioscuro.it)
Venerdì 14 febbraio 21.30
Az Én XX. Szazdom
Un film di Ildikò Enyedi. Con Peter Andorai, Dorotha Segda, Oleg Yankovskiy. Ungheria, 1988, durata 100 min.
Ungherese, sottotitolato in italiano.
Le stelle di Budapest
Due gemelle orfane di Budapest, che vendono fiammiferi nella notte di Natale, sono separate dal destino e si ritrovano, ignare, vent’anni dopo sull’Orient Express: l’una fille de joie e avventuriera in 1ª classe, l’altra anarchica con voglia di attentati in 3ª classe. Saranno amate dallo stesso uomo, con i buffi equivoci del caso. Intanto, di là dall’Atlantico, Thomas Alva Edison inventa la lampadina elettrica. Estroso omaggio al cinema muto con frequenti citazioni del melodramma musicale, in bilico tra favola e racconto d’avventure, è una originale commedia ironica, ricca di gag intelligenti, qua e là appesantita da una compiaciuta bravura. (tratto da Mymovies.it – ilMorandini)
Venerdì 21 febbraio 21.30
The Lighthouse
Un film di Robert Eggers. Robert Pattinson, Willem Dafoe, Valeriia Karaman. Canada, USA, 2019, durata 110 min. Inglese, sottotitolato in italiano.
La follia e la paura dell’ignoto
Il guardiano Thomas Wake e il suo assistente Ephraim Winslow giungono al faro del titolo per effettuare un turno di guardia che, originariamente previsto per sole quattro settimane, li impegnerà più a lungo a causa dell’improvviso scoppio di una potente tempesta. (tratto da specchioscuro.it)
Il film, in bianco e nero e girato nel formato 1,19: 1, affascina lo spettatore fin dai primi secondi di girato. La ricostruzione storica estremamente curata, che si concentra anche sulla rievocazione del linguaggio dell’epoca, rende la visione di The Lighthouse un’esperienza che difficilmente lascerà indifferente chi guarda, trasportandolo in una realtà nuova ed estranea. (tratto da movieplayer.it, recensione di Carlotta Deiana)
Venerdì 28 febbraio 21.30
FINISTERRAE
Un film di Sergio Caballero. Con Pau Nubiola, Santi Serra, Pavel Lukiyanov. Spagna, 2011, durata 80 minuti. – Russo, catalano, finlandese, tedesco, sottotitolato in italiano.
Un surreale, bellissimo aldilà
Ognuno ha le proprie teorie, supportate dalla fede, dalla filosofia o anche solo dalla speranza, sulla vita dopo la morte. E visto che nessuno sa quale sia quella corretta, non è nemmeno così assurdo ipotizzare che i fantasmi di due fratelli, riconoscibili come tali grazie al classico lenzuolo bianco che ne nasconde le spoglie mortali, vaghino per la Galizia alla ricerca di un modo per ritornare alla vita.
Per godere appieno dell’opera di Caballero, è necessario sospendere senza appello l’incredulità. Ma se si sarà in grado di lasciarsi trasportare dalla portata immaginifica di Finisterrae, restando alla larga da qualsiasi tentativo di catalogazione, non si potrà che rimanere conquistati dalla grazia fiabesca e romantica di quest’avventura, che va oltre la vita dandocene un’immagine di sconcertante bellezza (tratto da movieplayer.it, recensione di Lucilla Grasselli)
Venerdì 6 marzo 21.30
JAPÓN
Un film di Carlos Reygadas. Con Alejandro Ferretis, Magdalena Flores, Yolanda Villa. Messico, 2002, durata 130 min. – Spagnolo, sottotitolato in italiano. Edizione restaurata.
Il lento viaggio per la vita
Il ritmo cinematografico è una componente fondamentale per ingenerare il coinvolgimento di chi guarda un film. Quando poi ne è un elemento concettuale, ovvero è parte integrante della narrativa, la forza delle immagini si insinua irrimediabilmente nella mente dello spettatore.
Japón è il lungo cammino di un uomo, disilluso e distrutto dal dolore, verso la morte, verso un luogo in cui spegnersi, e la lenta riconquista dei piaceri dell’esistenza, là dove la speranza sembra spenta e appesa a una fievole luce.
Japón è un racconto del niente e del tutto, è l’emozione del quotidiano, ripreso dal regista nella sua interezza. Bere un bicchiere d’acqua, osservare il desolato e immobile paesaggio, momenti interminabili, ma pieni di significato. L’attesa della fine non è drammatica. È silenziosa, tranquilla, indolore. La rinascita interiore (l’ascolto della musica, i bambini che corrono, il sesso), è, allo stesso modo, costruita attimo dopo attimo, nei giorni in cui l’uomo vede nella donna, la cui bellezza è stata persa nel tempo, i desideri rinati. (tratto da movieplayer.it, recensione di Mattia Nicoletti)
Venerdì 13 marzo 21.30
KNIVES AND SKIN
Un film di Jennifer Reeder. Con Kate Arrington, Marika Engelhardt, Tim Hopper. USA, 2018, durata 111 min. Inglese, sottotitolato in italiano.
Un mystery femminista
Una piccola città nel Midwest rurale. Una ragazza scompare. Una comunità sulle sue tracce. Sembrerebbe l’ennesima declinazione di uno stereotipo. Ma la regista indipendente americana lo definisce “a neo-feminist thriller”, un mystery femminista e dunque tagliato sul contemporaneo. Il racconto segue la parabola di tre ragazze, Afra, April e Joanna, ognuna delle quali si trova, dopo la sparizione di un’amica, impegnata nel proprio personale coming of age in una realtà a ristretta a dominanza maschile.
È il discorso di sempre del cinema indie americano: il dolore della crescita, la tentazione di sparire (letterale, per Caroline), la scomparsa come metafora della complessità nella scoperta di sé. (tratto da cineforum.it, recensione di Emanuele di Nicola)
Venerdì 20 marzo 21.30
November
Un film di Rainer Sarnet. Con Rea Lest, Jörgen Liik, Arvo Kukumägi. Estonia, 2017, durata 115 min. – Estone, tedesco, italiano, sottotitolato in italiano.
Una poesia pagana
La giovane contadina Liina si innamora di Hans, ma quest’ultimo si è infatuato di una baronessa. Questo intreccio di amori non corrisposti spinge Liina a vagabondare ogni notte nel corpo di un lupo mannaro, Hans a ricorrere, per trasformare i suoi desideri in realtà, a un kratt – un essere fantastico composto da utensili domestici, che un contratto stipulato con il diavolo ha dotato di anima in cambio di tre gocce di sangue – e la giovane baronessa a trascorre le sue notti da sonnambula sul tetto della tenuta, mettendo in pericolo la propria vita.
Girato con una fotografia in bianco e nero da togliere il fiato, November catapulta lo spettatore in un universo in cui la vita delle persone è condizionata da antiche credenze pagane e animistiche, oltre che da creature metafisiche. (tratto da cineuropa.org, recensione di Tristan Priimägi)
Venerdì 27 marzo 21.30
Nebesnye zheny lugovykh mari
Un film di Aleksey Fedorchenko. Con Yuliya Aug, Yana Esipovich, Vasiliy Domrachyov. Russia, 2012, durata 106 min. – Russo, Mari, sottotitolato in italiano.
Le spose celesti e la magia dei sensi
Dopo il successo internazionale di Silent, il regista russo continua ad incidere mirabilmente lo schermo raccontando gesta e leggende dei Mari, tribù dell’Europa centrale. “Le spose celesti” racconta 23 storie di donne. Siamo nel regno del realismo magico dove il contesto temporale sono i giorni nostri ma le creature, i riti e le piccole grandi avventure al femminile che vedono protagoniste queste orgogliose spose richiamano il fantasy più spinto. (tratto da mymovies.it., recensione di Francesco Alò)
Venerdì 3 aprile 21.30
Krotkaja
Un film di Sergey Loznitsa. Con Vasilina Makovtseva, Lia Akhedzhakova, Valeriu Andriută, Boris Kamorzin. Francia, 2017, durata 143 min. – Russo, francese, sottotitolato in italiano.
L’unione di prigione e popolo
Una donna vive da sola alla periferia di un villaggio in Russia. Un giorno, vede tornare indietro un pacco che aveva inviato al marito in carcere e che reca la scritta “rispedire al mittente”. Scioccata e confusa, non ha altra scelta che recarsi alla prigione, in una zona remota del paese, in cerca di una spiegazione. Inizia così una battaglia contro l’impenetrabile fortezza della prigione, un luogo in cui le forze del male sociale sono costantemente al lavoro. Sfidando violenza e umiliazione, si imbarcherà in una cieca ricerca per la giustizia.
Filmato in modo magistrale, A Gentle Creature tesse attorno al suo personaggio principale un incredibile mosaico mutevole in cui i racconti, le canzoni, le poesie dell’umanità sfrenata, quasi ridotta allo stato animale, incrociata dalla protagonista, si sovrappongono alle peripezie della sua ricerca in un mondo governato da regole arbitrarie, la mania di spiare, lo schedamento, l’impunità della polizia e il controllo delle masse. (tratto da cineuropa.org, recensione di Fabien Lemercier)
Venerdì 10 aprile 21.30
Angely revolyutsii
Un film di Aleksey Fedorchenko. Con Irina Ermolova, Polina Aug, Konstantin Balakirev. Russia, 2014, durata 113 min. – Russo, Khanty, sottotitolato in italiano.
Un omaggio alle etnie invisibili
C’è qualcosa di marcio nel nord dell’Unione Sovietica. Gli sciamani di due popoli indigeni, i Khanti e i Nenets della foresta non hanno nessuna intenzione di accettare la nuova ideologia. Per riconciliare le due culture profondamente diverse, sei artisti lasciano la Siberia per le foreste attorno al fiume Ob. Condotti da “Polina la rivoluzionaria” si ritrovano presto tra due fuochi: la rivoluzione che fermenta come un barile di vino contro un mondo di cani dotati di ali, di angeli birbanti e di patate a forma di cuore, tutti immuni dai diktat del nuovo regime. Per non parlare dei nostalgici e dalle simpatie zariste, decisamente insensibili allo zelo rivoluzionario degli artisti. (tratto da cineuropa.org)
Venerdì 17 aprile 21.30
MA’ ROSA
Un film di Brillante Mendoza. Con Jaclyn Jose, Julio Diaz, Baron Geisler. Filippine, 2016, durata 110 min. – Filippino, Tagalog, sottotitolato in italiano.
“Troveremo un modo, troveremo un modo”
Rosa, madre di quattro figli, possiede un piccolo negozio in una baraccopoli di Manila. Per sbarcare il lunario, Rosa e suo marito Nestor vendono sottobanco anche narcotici, fino a quando la polizia li arresta. I loro figli dovranno smerciare il poco che i genitori hanno lasciato loro per pagare la polizia corrotta. (tratto da cinematografo.it)
“…una macchina da presa mobilissima e una fotografia sporca e cupa, come i labirintici e degradati quartieri di Manila dove si svolge il film. E il film restituisce con studiata piattezza la rassegnazione di chi deve cercare ogni giorno di barcamenarsi tra povertà, soprusi e violenza.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 19 maggio 2016)
Venerdì 24 aprile 21.30
Liza, a rókatündér
Un film di Károly Ujj Mészáros. Con Mónika Balsai, Szabolcs Bede Fazekas, David Sakurai. Ungheria, 2015, durata 98 min. – Ungherese, giapponese, sottotitolato in italiano.
Una storia molto romantica con l’aiuto della commedia nera e del fantasy.
Liza è una timida infermiera che da 12 anni si prende cura di Marta, la vedova dell’ambasciatore giapponese in Ungheria. Il giorno del suo 30mo compleanno, Liza esce con la speranza di incontrare qualcuno. Durante la sua breve assenza, Marta viene assassinata da Toni Tani, l’amico immaginario di Liza, cantante pop giapponese degli anni ’70. La famiglia di Marta accusa Liza di aver ucciso Marta per ereditare il suo appartamento… (tratto da cineuropa.org)in ordine sparso 2020 logo